N° 9

 

VENDICATORI RIUNITI

 

(PARTE TERZA)

 

 

YEAR OF THE CAT

 

Di Carlo Monni (con la pregevole assistenza di Fabio Volino)

 

 

I Vendicatori creati da Stan Lee & Jack Kirby

I Vendicatori della Costa Ovest creati da Roger Stern & Bob Hall

Cat creata da Roy Thomas, Linda Fite, Marie Severin & Wally Wood

Tigra creata da Tony Isabella & Don Perlin

Aracne creata da Jim Shooter & Mike Zeck (Nuovo nome di Fabio Volino)

Supervisione Fabio Volino

Stan Lee/Roy Thomas/Jim Shooter/Roger Stern/Kurt Busiek numi tutelari

 

 

PROLOGO

 

 

            Il nome della ragazza è Greer Grant o, meglio, lo era, almeno sino al suo matrimonio con Bill Nelson Una storia come tante: una studentessa di scienze conosce un aitante agente di pattuglia della Polizia di Chicago, si innamorano e si sposano quando lei è appena al secondo anno di università e questo la costringe a rinunciare agli studi. Per far piacere al marito diventa una perfetta casalinga e la rinuncia non le pesa, o almeno non lo dà a vedere, come abbiamo detto: è innamorata. Come spesso succede, però, la tragedia è in agguato: una sera, mentre gli sposini tornano a casa dopo essere usciti dal cinema, si trovano per caso ad assistere ad una rapina ad un negozio. Nonostante sia fuori servizio Bill estrae la pistola che porta sempre con se ed affronta i rapinatori, rimanendo ucciso nel conflitto a fuoco. La giovane vedova deve far fronte alle dure necessità della vita e cercarsi un lavoro, scoprendo che non è così facile per una giovane donna trovare un’occupazione all’altezza delle sue aspirazioni. Alla fine Greer Nelson viene assunta come assistente di laboratorio da una sua vecchia insegnante di fisica: la dottoressa Joanne Tumolo, che la coinvolge in un suo progetto per migliorare il potenziale fisico e psichico del sesso femminile. A loro insaputa però, il finanziatore del progetto, il milionario Malcolm Donalbain ha in mente idee tutt’altro che altruiste:, infatti, vuole usare il progetto per creare un esercito di superdonne sotto il suo totale controllo ed a questo scopo impone alla dottoressa Tumolo di usare come cavia una ragazza di nome Shirlee Bryant. Senza che il suo finanziatore lo sappia, però, la Tumolo  duplica i suoi esperimenti su Greer, che si dimostra un’allieva più ricettiva. Quando, involontariamente, scopre i veri piani di Donalbain ed è anche testimone di una sorta di allenamento di Shirlee con indosso uno strano costume accessoriato dal design ispirato ai gatti, allenamento in cui Shirlee rimane uccisa, Joanne Tumolo decide di denunciare il suo datore di lavoro e ruba un costume simile a quello di Shirlee come prova per le autorità. Donalbain decide di farla uccidere e fa saltare in aria la sua casa con lei dentro. La dottoressa, però, sopravvive ed informa Greer che, impulsivamente, indossa il costume rubato e corre a stanare gli assassini. Grazie ai gadget del costume ed alle sue nuove abilità fisiche e psichiche. Greer riesce a battere tutti I suoi avversari ed alla fine Donalbain preferisce uccidersi sparandosi un colpo alla tempia piuttosto che farsi catturare. Greer ha ottenuto la sua vendetta e decide di continuare nel ruolo di supereroina col nome di Donna Gatto.[1] 

            Per qualche tempo la nuova supereroina affronta varie minacce, poi, un giorno, viene ferita gravemente durante uno scontro. Morirebbe sicuramente se, a questo punto, non avvenisse un colpo di scena. La dottoressa Tumolo si rivela essere non umana, ma appartenente ad una razza segreta di gatti antropomorfi che si fa chiamare il Popolo Felino[2] e decide di usare l’antica magia del suo popolo, unita alla sua sapienza scientifica per trasformare Greer nella suprema guerriera chiamata Tigra.[3]

            Da allora questa donna ha vissuto mirabolanti avventure, è entrata a far parte dei potenti Vendicatori, ha perso e riguadagnato la sua umanità più di una volta ed ora, a quanto sembra, è tornata ad essere definitivamente umana.[4]

            Adesso il suo intento è scoprire i misteri della sua più recente trasformazione e quale sia stato il destino della misteriosamente scomparsa Joanne Tumolo. Qualcuno è disposto ad ucciderla per impedirglielo e lei non ha avuto altra scelta che rivolgersi per aiuto ai suoi vecchi amici: i Vendicatori.

 

 

1.

 

 

            I Vendicatori hanno ascoltato il racconto che Greer ha fatto delle sue ultime vicissitudini. A questo punto Lorna Dane, Polaris, parla:

-Un racconto interessante, lo ammetto, ma scusa se te lo dico, non capisco cosa potremmo fare noi in questo caso: mi sembra più una faccenda da Polizia, che da supereroi.-

-Sembra che ti sfugga qualcosa, bambola.- interviene She Hulk –Tigra… Greer è una di noi ed i Vendicatori non lasciano mai un amico nei guai e poi… da che riesco a ricordarmene la Brand Corporation è sempre stata fonte di guai per la comunità superumana, chiunque fossero i suoi proprietari. Correggimi se sbaglio, Greer, ma tu credi che la Dott. Tumolo sia stata rapita da qualcuno interessato a riprendere le sue ricerche sul potenziamento femminile e creare delle nuove supersoldatesse, giusto?-

-O peggio: creare delle nuove Tigra.- conclude Greer.

-Ok, mi hai convinto.- interviene Polaris –Credo proprio che dovremo dare un’occhiata a quello che combinano quei signori della Brand... con le buone o con le cattive.-

-Ehm… questa è una faccenda esclusivamente tra donne o noi maschietti possiamo dire la nostra?- interviene il Fulmine Vivente.

            Le tre donne lo fissano e dicono pressoché all’unisono:

-Perché? Cosa avresti da dire?-

.Ehm, nada… niente, solo che sono d’accordo con voi  ed anche gli altri, credo.-

            Gli altri sono: Eros di Titano, meglio noto sulla Terra come Starfox ed il taciturno D-Man, i quali si limitano ad un cenno d’assenso.

-Bene.- conclude She-Hulk –Allora diamoci da fare. Io ho un’idea su dove cominciare, lasciatemi fare qualche telefonata.

 

            Denver, Colorado. Ultimamente siamo venuti spesso in questa città, sede abituale della giovane madre single Julia Carpenter, nonché della supereroina chiamata Aracne, l’alias in costume con cui la suddetta combatte segretamente il crimine. Eccoci qui di nuovo, in tempo per testimoniare il ritorno a casa della nostra eroina e di sua figlia Rachel nientemeno che dalla Grande Mela, New York. È stato un periodo di tempo breve, ma intenso, che è coinciso con una duplice missione dei Vendicatori nello spazio.[5] In quell’occasione Rachel, coinvolta, suo malgrado, in uno scontro col guerriero Kree chiamato Capitan Atlas, è rimasta ferita.[6] Beh, forse ferita è una parola grossa: ha riportato un occhio nero, qualche lieve ammaccatura ed abrasione e qualche strappo ai vestiti; ma sapete come sono le madri. Tanto è bastato a Julia per decidere che non porterà mai più sua figlia a visitare la sede dei Vendicatori  o la farà uscire assieme a qualcuno dei membri di quel gruppo. Tanto peggio se a  Rachel non andrà bene, è la sua incolumità che conta.

-Finalmente a casa.- esclama Julia entrando nel suo appartamento –Non so te, tesoro, ma la mamma è davvero stanca dopo il viaggio. -

-Oh no!- ribatte Rachel. -È stato tutto molto eccitante, non abbiamo giornate così a scuola.-

-Voglio sperarlo signorina. E a proposito di scuola. Come stiamo coi compiti per le vacanze?-

-Uffa, la scuola è appena finita. Non fare la rompi, mamma.-

            Non fare la rompi, mamma? Ma dove ha imparato a parlare così? Julia scuote la testa. Sua figlia cresce troppo in fretta per i suoi gusti. Mentre Rachel schizza come un razzo verso la sua cameretta, Julia si accorge che la segreteria telefonica sta lampeggiando e, naturalmente decide di sentire le chiamate.

            Le prime due non sono nulla di speciale e Julia le ascolta distrattamente, ma la terza….

<<Julia… sono la mamma… Non... non ho molto tempo… io… devo avvertirti che….>>

            La chiamata s’interrompe, Che sia finito il tempo del nastro? No, non è possibile, è durata troppo poco. È già la seconda chiamata strana che riceve da sua madre nel giro di pochi giorni. Non può essere una coincidenza, proprio come la ricomparsa della Tela Mortale. C’è qualcosa di sinistro all’opera e lei deve scoprire cosa prima che faccia del male a lei o, peggio ancora a Rachel.

 

 

2.

 

 

            Il Procuratore Distrettuale di Los Angeles afferra il telefono e forma un certo numero della zona di Rancho Palos Verdes.

-Salve Jennifer, sono Buck, ho le informazioni che volevi pronta con gli appunti?-

<<Sono nata pronta, Buck, lo sai.>> gli risponde Jennifer Walters <<Su, dimmi.>>

-BeH, cominciamo dalla Brand Corporation. Dopo  quello scandalo di qualche anno fa, la cosiddetta “Agenda Mutante,[7] è passata di mano almeno un paio di volte. Ultimamente è stata rilevata da un gruppo finanziario chiamato Dalriada Inc. registrato nel Nevada.-

<<Brutto affare: la legge del Nevada consente l’anonimato dei soci delle società commerciali.>>

-Giusto e non c’è modo di superare l’impasse, almeno non legalmente. Ma tu mi conosci: non mollo facilmente . Ho chiesto in giro ed ecco i risultati: sembra che stiano lavorando ad una ricerca su non so quale malattia di origine genetica e che stiano selezionando giovani donne da usare come volontarie per i test.-

<<Hai proprio detto giovani donne?>>

-Si. Tra i venti ed i 25 anni. Significa qualcosa per te?-

<<Molto. Grazie Buck, sei stato un amico. Mi sai anche dire l’indirizzo del laboratorio?>>

-Ovviamente si, Jen, lo troveresti anche nelle pagine gialle, se ti sforzassi un po’. Gli uffici sono a Century City e qui vedo anche un… lo chiamano laboratorio sperimentale… a Val Verde, pensa un po’.-

<<Ok… è quello, ne sono certa. Mi puoi dare l’indirizzo esatto?>>

-Ma certo, eccolo… immagino che non mi dirai cosa sta succedendo, vero?-

<<Mi spiace Buck, sei un amico, ma per ora questi sono affari dei Vendicatori.>>

 Ok, capisco, so per esperienza che è meglio non insistere troppo con voi supergruppi specie se approvati dalle Nazioni Unite, fai come vuoi… per ora….E Jen… ricorda quel che ti ho detto… se ti serve un lavoro…-

<<Ci penserò, Buck, ora devo lasciarti, mi spiace. Ci sentiamo presto.>>

            Dennis Bukowsky, detto Buck, riappende la cornetta e sospira. I suoi rapporti con Jennifer Walters, alias She-Hulk, non sono mai stati facili, ma lui prova molto rispetto ed ammirazione per quella donna... e forse anche qualcosa in più. Non poteva non aiutarla, ma cosa c’è dietro? Forse è il caso di approfondire le indagini.

 

            She-Hulk sorride rivolgendosi ai suoi compagni:

-Avete sentito tutti, immagino: direi che ne sappiamo quanto basta adesso.-

-Una ricerca genetica… giovani donne…- borbotta Greer Nelson –Direi proprio che vogliono ripetere l’esperimento di Joanne Tumolo.-

-Si non c'è dubbio.- interviene, sorprendentemente, D-Man –Hanno ripreso l’idea di creare delle supersoldatesse.-

            Uno dei discorsi più lunghi che D-Man abbia tenuto negli ultimi tempi, ma è corretto.

-Proprio come la povera Shirlee Bryant.- commenta Greer

-Shirlee Bryant.- borbotta She-Hulk –Com’è che mi ricorda qualcosa che mi hai detto?-

-Beh ti ho raccontato di lei prima e...

-No è qualcos’altro, fammi pensare… Ecco, ci sono! Sapete, qualcuno troverà difficile crederlo, ma sotto questo fisico da schianto c’è un cervello di prim’ordine e me lo dico da sola. Mi è appena venuta in mente una cosa. Guardate.

            She-Hulk scrive un nome su un foglio:

 

SHIRLEE BRYANT

 

-Guardate adesso, se faccio così…-

 

SHirLEe bRYaNT

 

-… ed unisco le parti in maiuscolo, ottengo…-

 

-SHLERYNT!- esclama Greer –La parola misteriosa sul salvaschermo di Joanne che non eravamo riusciti a decifrare prima. Come posso essere stata così stupida?-

            She-Hulk sorride e risponde:

-Non prendertela, non era così semplice come sembra ora che l’abbiamo risolto. Ora, piuttosto pensiamo a quel che voleva dire.-

-Da come la vedo io…- interviene Polaris –O era un avvertimento di quella Tumolo per chi s’imbattesse nei suoi appunti… oppure il nome in codice di tutta l’operazione.-

-Ma perché dare quel nome?… No, sono domande stupide. Ora più che mai dobbiamo agire e scoprire che sta succedendo.-

-Ottima idea e allora facciamolo.- ribatte She-Hulk

-Facciamo cosa?- chiedono gli altri.

-Che domande: irrompiamo alla Brand, che altro?-

            Polaris allarga le braccia sconfortata:

-Perché non imparo mai a non fare domande stupide?- esclama.

 

            Questo è un mondo pazzo e strano a volte e soprattutto pieno di segreti: lo sapevate, ad esempio che in una valle segreta dell’Himalaya vive una comunità di esseri umani avanzati geneticamente e scientificamente che si autodefiniscono Inumani? Ah, lo sapevate e poi non vivono più neanche lì da quando la loro intera cittadella è stata portata nello spazio? Oh beh, non è detto che la cosa duri ancora a lungo, dopotutto. Ok, proviamo con questa: lo sapevate che nel sottosuolo terrestre vivono delle comunità di esseri il cui legame con i comuni esseri umani, se mai c’è stato, è decisamente attenuato? Comunità che, quando non praticano un rigido isolamento, sono spesso in guerra tra loro ed occasionalmente hanno tentato di espandersi nel mondo di superficie? Ah, sapevate anche questo? Cominciate ad essere troppo informati per i miei gusti. Ok, allora saltiamo le lunghe introduzioni ed andiamo al sodo o almeno proviamoci

            Questo è il Monte St Helens, si trova nella Skamania County, nello Stato di Washington, lo Stato più a nordovest degli Stati Uniti Continentali, ed è un vulcano attivo, che è ricordato e temuto soprattutto per una devastante eruzione avvenuta nel 1980. In quell’occasione, in cui rilasciò energia pari a quella, spaventosa solo a pensarla, di ben 27.000 bombe atomiche del tipo sganciato su Hiroshima, il vulcano provocò una distruzione senza pari nella regione. La sua cima fu letteralmente frantumata, riducendone l’altezza di oltre 200 metri e fu rimpiazzata da un cratere di circa un chilometro e mezzo di diametro, a forma di ferro di cavallo, apertosi sul lato nord. È  da questa bocca da fuoco ribollente che, sorprendentemente, emerge una figura. Il suo corpo è, o almeno lo sembra, formato interamente di lava fusa ed al contatto con l’aria più fredda circostante sembra rapidamente solidificarsi in una massa compatta, anche se la sua temperatura rimane di migliaia di gradi Fahrenheit; la sua forma è apparentemente umanoide, anche se la sua massa ed altezza sono considerevolmente superiori a quelle di un comune essere umano. Uscito dal cratere, dove l’attività eruttiva continua ininterrotta, comincia a scendere verso la pianura, dirigendosi decisamente verso sud e lasciandosi alle spalle una scia di impronte infuocate.

 

 

3.

 

 

            Il quinjet dei Vendicatori ha lasciato il complesso nei pressi di Rancho Palos Verdes e si dirige verso il suo obiettivo: la piccola comunità di Val Verde ala ricerca di risposte.

-So che è una domanda stupida…- dice She-Hulk rivolta a D-Man -… ma non pensi che avremo problemi a parcheggiare il quinjet una volta arrivati?-

-No.- è la secca risposta di D-Man.

            Alle loro spalle il Fulmine Vivente siede silenzioso e pensieroso. Greer Nelson gli si avvicina e chiede:

-Qualcosa non va Miguel? So che non siamo mai stati grandi amici, ma se posso…-

-Non credo tu possa farci niente.- risponde il giovane -È che se mi tolgo questa dannata tuta non sono capace di mantenere la coesione del mio corpo e mi trasformo in energia elettrica. Non riesco a sopportarlo. È la negazione di una vita normale.-

-Parli con una che una volta si è trasformata in un vero e proprio felino e prima ancora ha passato del tempo a tenere a bada istinti omicidi, poi stata  e… beh c’erano anche altri istinti, ma non mi preoccupavo molto di tenerli a bada, quelli.-

            Suo malgrado Miguel Santos sorride.

-Se recupererai quell’amuleto di cui parli, potrai ridiventare Tigra. Davvero ci tieni a tornare ad essere una supereroina?-

-A dir la verità non lo so… sono stata Tigra così a lungo che temo di aver perso per strada Greer e di non sapere più chi sono. Una cosa la so, però: una mia amica è probabilmente nei guai e non posso lasciarla perdere.-

-Si, mi sembra giusto.-

-Amici…- annuncia Polaris –Siamo proprio sopra l’obiettivo. Che facciamo adesso?-

-Molto semplice.- replica Greer –Adesso io scendo ed entro a chiedere informazioni.-

-E quelli ne approfittano per completare l’opera e farti fuori.- commenta She-Hulk.-

-Tu hai idee migliori?-

-Per quanto possa sembrarti strano, si: ti accompagnerò.-

-Splendido!- interviene Polaris –Accompagnata da una gigantessa verde. Così sì che non desterà sospetti.-

-E chi ha detto che vedranno She-Hulk? Non è una cosa che faccio spesso, ma…- il corpo di She-Hulk comincia a cambiare, a ridursi sino a ridiventare quello di una normale donna dai capelli ed occhi castani, mentre il costume fatto di molecole instabili si adatta alla sua nuova forma. -… non credo che la comunissima Jennifer Walters, avvocato desterà molti sospetti ed in caso di necessità potrò sempre ritrasformarmi e voi potrete intervenire in rinforzo.-

-Bel cavolo di piano, se vuoi sapere il mio parere.- commenta Lorna Dane.

-Non ce ne sono altri, direi. Ora se volete scusarmi, signori maschietti, so che non c’è rimasto molto da vedere, ormai, ma se voleste voltarvi, mentre m’infilo uno dei vestiti più consoni alla parte che mi sono portata dietro...-

-Uhm… io ti preferivo prima…- intervene Starfox -…ma anche così…-

-Grazie bel fusto… ma dicevo anche a te. Non abbiamo tempo da perdere, sapete?-

 

            Le due donne entrano nell’edificio. Jennifer indossa un tailleur marrone scuro dal taglio sobrio, con gonna sotto il ginocchio e porta con se una cartella; Greer, invece, è vestita casual. Entrambe sostano nell’atrio guardandosi intorno:

.-Mi sembri nervosa.- sussurra Greer a Jennifer.

-È che non sono più abituata ad agire come Jennifer Walters.- risponde lei -Non posso evitare di sentirmi a disagio.-

-Ti capisco, per me è lo stesso dopo essere stata esclusivamente Tigra per tanto tempo… ehi, a proposito… credevo che tu fossi bloccata nella forma di She-Hulk e non potessi più ritrasformarti.-

-Storia lunga. Ora zitta, finalmente arriva qualcuno.-

            Si avvicina quella che sembra una guardia di sicurezza.

-Posso fare qualcosa per voi?- chiede.

-Sono l’Avvocato Jennifer Walters e questa è Mrs. Greer Nelson. Cerchiamo notizie su una vostra impiegata, uno degli scienziati: la dottoressa Joanne-Marie Tumolo.-

            L’uomo rimane perplesso per qualche istante, poi…

-Aspettate qui.-

            Qualche attimo di rapida consultazione telefonica e poi l’uomo fa loro cenno di seguirle e le scorta sino ad un ufficio, dove un uomo dai capelli grigi ed un vestito scuro le attende.

-Sono il dottor Richter, il Direttore del Centro.- si presenta -In cosa posso esservi utile?-

            Jennifer spiega ancora una volta cosa ha portato lei e Greer sino a lì e l’uomo, mostrandosi interessato, risponde:

-Oh, certo, la Dottoressa Tumolo, una delle nostre collaboratrici più preziose. In effetti, è da almeno una settimana che non si presenta al lavoro e non risponde alle chiamate. Molto strano e disdicevole.-

-E voi non avete avvertito le autorità della sua scomparsa?- interviene Greer –Ma perché?-

-Mia cara signora.- risponde l’altro –Non ritenevamo che fosse di nostra competenza.-

-Beh, è di mia competenza.- replica Jennifer –Il Procuratore Distrettuale è pronto a far aprire un’inchiesta su questa faccenda e se non mi fa vedere immediatamente l’ufficio ed il laboratorio in cu lavora o lavorava la Dott. Tumolo, temo che dovrò tornare qui accompagnata da  agenti dello Sceriffo.-

-Non è necessario minacciare, signora, sarò ben lieto di farvi visitare i nostri laboratori…- mentre parla, l’uomo preme un pulsante sotto il ripiano della scrivania e subito una sezione del pavimento si apre sotto i pedi delle due visitatrici inghiottendole -…peccato che forse non apprezzerete a dovere il tour.-

 

            Prima di poter solo rendersi conto di cosa sta accadendo, Jennifer e Greer si ritrovano a cadere a precipizio lungo un condotto buio. La caduta è rallentata da una specie di cuscino ad aria. La sorpresa è tale da non consentire a Jennifer una rapida trasformazione e lascia le due donne praticamente indifese quando dalle pareti esce…

-Gas!- esclama Greer.

-Non respi…- comincia a dire Jennifer, ma è troppo tardi.

            In poco tempo le due ragazze perdono i sensi.

 

 

4.

 

 

           

            Avete presente quei racconti, di solito dei noir o delle detective stories in stile hard-bolied, in cui il protagonista riceve un colpo in testa e dichiara di sentirsi cadere in un abisso scuro? Beh, è più o meno la sensazione provata dalle nostre gentili donzelle tra svenimento e risveglio, accompagnata da un fastidioso senso di nausea, almeno per Jennifer.

            Qualche istante per schiarirsi la testa e rendersi conto di essere in quello che ha tutta l’aria di essere un laboratorio, probabilmente sotterraneo, con tanto di armamentari strani ed una fila di lettini a cui sono legate delle ragazze, che sono, inoltre, collegate a strani macchinari. Purtroppo per loro le nostre due protagoniste si rendono conto di essere anch’esse legate a quei lettini.

-Mi dispiace del disagio, ma vi renderete conto che non potevo agire diversamente.-

            A parlare è stato un uomo non molto alto, magro dal volto affilato ed il naso aquilino. A Greer dà un inquietante senso di familiarità, ma è certa di non averlo mai incontrato prima. È accompagnato dal Dottor Richter.

-Chi è lei?- esclama Greer –Cosa succede qui? Cosa vuole farci?

-Una domanda alla volta.- risponde l’uomo –Chi sono? Sono il padrone della Dalriada Inc. e, di conseguenza, anche della Brand Corporation. Il mio nome potrebbe dirle qualcosa, Mrs. Nelson, mi chiamo Kenneth Donalbain.-

-Donalbain? Come…-

-Eh si, non ne vado fiero, ma Mal Donalbain era mio fratello. Era un concentrato di manie e fobie, ma almeno due cose buone le ha fatte: ha finanziato i progetti della Dott. Tumolo ed è morto lasciandomi suo unico erede. In quell’eredità erano comprese molte informazioni sul progetto in questione. Ci ho messo del tempo per ricostruire tutto il necessario. Ora sono in grado di creare un esercito di guerriere dotate di superpoteri e praticamente invincibili, il che immagino che risponda alle altre sue domande, giusto?-

            Il fratello di Donalbain? Ora tutto ha un senso, a parte…

-Joanne… la Dottoressa Tumolo. Che ne è di lei?-

-Già, la buona dottoressa Tumolo. Ci era praticamente indispensabile per riprendere gli esperimenti e così l’ho fatta ricercare e, credetemi, non è stato facile perché era letteralmente scomparsa. Alla fine uno dei miei agenti l’ha casualmente riconosciuta in una donna ricoverata in un ospedale di Detroit. Era stata ritrovata poco tempo prima, priva di documenti, in stato confusionale ed in preda ad amnesia. Mi è costato tempo e denaro e vi risparmio i particolari. Diciamo che l’ho fatta rimettere in sesto e l’ho convinta a collaborare al progetto. Per questo è venuta a Los Angeles.-

-Mente!- replica Greer –Joanne non l’avrebbe mai aiutata di sua spontanea volontà in questa follia.-

            Donalbain sogghigna rispondendo:

-Oh, io so essere molto persuasivo quando voglio. Peccato che negli ultimi tempi la dottoressa sia diventata, come dire, un po’ troppo indipendente ed abbia seminato indizi compromettenti, che mi hanno costretto a farla sparire.-

-Che cosa le ha fatto?-

-Nulla di troppo spiacevole, guardi… eccola là.-

            In effetti, un’anziana donna con un camice bianco sta lavorando su un macchinario.

-Joanne!- urla Greer.

-Inutile, non la starà a sentire. Le è stato impiantato un inibitore neurale che la priva di qualsiasi volontà che non sia la mia, ora il suo unico interesse è il progetto. Una misura sgradevole, ma necessaria, purtroppo. Il precedente modello di inibitore esterno non era efficace al 100%, probabilmente a causa della particolare fisiologia della dottoressa.-

            E così Donalbain sa che Joanne in realtà è una donna gatto, un’appartenente al Popolo Felino, ma se sa questo, allora forse…

            Come se le avesse letto nel pensiero l’uomo le dice:

-Sono contento che lei sia tra noi, Mrs. Nelson, posso chiamarla Greer, vero? Perché vede, lei non solo è il solo soggetto vivente che sia mai stato sottoposto al trattamento della Dott. Tumolo, ma inoltre, se vogliamo dire così, anche lei ha una fisiologia piuttosto unica… e non mi riferisco alle sue, sia pur notevoli, attrattive femminili. Lei ha avuto un dono, mia cara, un dono che ha perso, ma che per fortuna di tutti io ho ritrovato.

-L’amuleto! Tu hai l’amuleto di Tigra?-

-In effetti, è così, ma, ahimè, non me ne posso attribuire grande merito: un giorno è semplicemente comparso dal nulla in laboratorio dinanzi alla Dott. Tumolo. Naturalmente la cara Joanne non ha avuto altra scelta che dirmi cos’era ed a cosa serviva.-

            Per qualche oscura ragione, pensa Greer, dopo essere stato perduto nel Microverso, l’amuleto è stato riportato sulla Terra, ma la sua magia deve averlo fatto ricomparire nei pressi del più vicino esponente del Popolo Felino a cui era legato: Joanne. Ma che se ne fa Donalbain? A meno che… no, non può essere… o si?

            Donalbain continua la sua spiegazione:

-Si, sono davvero felice che tu sia arrivata fin qui, perché eri proprio l’elemento che ci mancava. Vedi, abbiamo fatto un tentativo con l’amuleto, ma… non è andato tanto bene.-

            Ad un cenno di Donalbain una parete scivola via rivelando una gabbia in cui c’è un essere, come altro chiamarlo? Una volta era sicuramente una donna, probabilmente anche una bella donna, ora è qualcosa che non è né umano, né animale: una belva antropomorfa dalla pelliccia fulva, zanne ed artigli, un folle ibrido tra umano e felino in cui ogni traccia di umanità sembra scomparsa.

-Abbiamo usato l’amuleto su di lei ed eseguito i rituali descritti dalla Tumolo, questo, purtroppo è il risultato.-

-Bastardo!- esclama Greer –Il rituale di Tigra può funzionare solo se una è la prescelta e quel dubbio onore è toccato a me. Su chiunque altra non funzionerebbe mai o…-

-O provocherebbe i risultati che hai visto. Spiacevole, ma vero. Per nostra fortuna ora abbiamo te, la vera prescelta, l’unica e sola Tigra. Naturalmente, per evitare problemi, prima di ridarti l’amuleto bisognerà operarti ed innestarti un inibitore neurale permanente, ma non preoccuparti: abbiamo un’ottima equipe chirurgica e non sentirai troppo male…credo.-

-Ho sentito anche troppo.- interviene Jennifer –Adesso basta!-

            I suoi muscoli si tendono e cominciano a crescere.

 

            Denver, Colorado. Durante tutta la giornata lavorativa  Julia Carpenter è stata distratta. L’ultima telefonata della madre continua a tormentarla. Di cosa voleva avvertirla? Ha tentato di richiamarla, ma il suo cellulare era muto e così quello di suo padre. C’è qualcosa che non va e deve scoprirlo a tutti i costi.

-Terra a Julia, tutto bene?- è la voce del suo capo, Herbert Jackson, a scuoterla dai suoi pensieri.-

-Cosa? Scusami Herbert, ma evidentemente non ci sto con la testa oggi.-

Me n’ero accorto. Forse sei tornata al lavoro troppo presto, dopotutto sei  appena tornata dal tuo  viaggio a New York. Spero almeno che con i vecchi amici che dovevi rivedere  ti sia divertita.-

-Beh, non è stato proprio un divertimento continuo, a dir la verità.-

-Se vuoi, puoi tornare a casa.-

-Ne sei sicuro?-

-Ma certo! Non c’è molto da fare oggi, ce la caveremo anche senza di te.-

-Ti ringrazio Herbert, sei davvero gentile.-

-di nulla. Pensavo, però, che più tardi, stasera, potremmo vederci, cenare insieme.-

            Julia abbozza un sorriso e risponde:

-No, non stasera, Herbert. Mi dispiace, ma proprio non me la sento.-

            Anche Jackson abbozza un sorriso.

-Sarà per un’altra volta ok?-

-si, per un’altra volta.-

            E così dicendo, Julia esce dalla stanza

 

 

5.

 

 

            La trasformazione si completa in pochi attimi ed al posto di Jennifer Walters ecco She-Hulk, a cui è facile spezzare i propri legami.

-Allora amici….- dice -… vogliamo fare un po’ di conversazione o passiamo direttamente alle botte?-

            Donalbain spalanca gli occhi ed esclama…

-Tu… sei She-Hulk?-

-Il signore ha vinto una bambolina.-

-Jennifer Walters… avevo letto il tuo nome... ma non eri… non ho pensato…-

-Bene… l’hai detto.- con un gesto Jennifer spezza anche i legami di Greer, che si mette subito in piedi –Adesso che vogliamo fare? Ti arrendi o…-

-Niente affatto. Vediamo come te la saprai cavare contro le mie guardie e…- un’altra parete si apre per far apparire delle guardie di sicurezza e … delle giovani donne in tuta aderente gialla -… il mio piccolo esercito di superdonne.-

            She-Hulk sorride.

-Oh io potrei anche cavarmela, ma perché dovrei riservarmi tutto il divertimento? Se non ho fatto male i miei calcoli, dovresti ricevere visite… diciamo entro 10 secondi?-

            16 secondi dopo una parete si rompe sotto l’impeto del resto dei Vendicatori della Costa Ovest.

-Acc… ho sbagliato di sei secondi.-

-Scusa se abbiamo tardato She-Hulk.-dice il Fulmine Vivente.

-Poco male, siete arrivati in tempo per la festa.-

-Un momento!- interviene Starfox –Stai dicendo che io dovrei combattere contro delle donne?-

-Se non hai idee migliori, bel faccino.-

-In effetti, ce le ho.- risponde Eros levandosi in volo ed atterrando nel bel mezzo di un gruppetto di sette ed otto donne che, nonostante i fisici scultorei messi bene in vista dalla tuta aderente, hanno un’aria alquanto minacciosa.

-Voi non volete combattere.- dice loro Starfox –Voi non mi odiate… anzi mi amate… amate il mondo intero… siete piene d’amore.-

Il potere di Starfox di agire sui centri del piacere sembra funzionare. Le guerriere si fermano disorientate. La loro programmazione confligge con il messaggio mandato dai loro ormoni. Il conflitto è troppo forte per alcune di loro e lo risolvono semplicemente… spegnendosi… cadono svenute sul pavimento. Altre due superano il condizionamento e si arrestano facendosi prendere per mano da Eros, ma le ultime due non si fermano ed è una scarica magnetica di Polaris a respingerle.

-Stai più attento la prossima volta.- urla la ragazza al compagno –Non sei infallibile.-

-Non l’ho mai pensato.- replica lui –Solo perché preferisco fare l’amore e non la guerra, questo non vuol dire che non so battermi, quando serve.- mentre parla, sottolinea le sue parole sferrando un rapido pugno ad una guardia che stava cercando di colpirlo. –Su, su ragazze, fate le brave adesso, mentre noi Vendicatori cerchiamo di far fuori i cattivi.-

            Onestamente: il gruppetto di guardie non è all’altezza dei Vendicatori.  Proprio come Polaris e Starfox, anche il Fulmine Vivente e D-Man non hanno troppe difficoltà a sbarazzarsi di avversari del genere: i proiettili sono fusi, oppure rimbalzano su scudi magnetici o su un petto troppo resistente per comuni proiettili. Morale di tutto questo: il sogno di Kenneth Donalbain sembra destinato ad infrangersi, ma ciò non toglie che qualcuno potrebbe avere le sue brave difficoltà… qualcuno come Greer Grant Nelson.

 

            In altri momenti Greer si soffermerebbe a pensare al triste destino di questa donna senza nome, al suo essere stata oggetto di esperimenti innominabili da parte di un novello Dottor Frankenstein; al fato che le ha strappato l’umanità trasformandola in un essere pazzo e bramoso di sangue. In altri momenti Greer compiangerebbe la pseudo Tigra  e si chiederebbe, forse, se la mente tormentata della donna che era può ancora essere recuperata dentro quell’essere frutto malriuscito del connubio tra scienza e magia.

            In altri momenti, abbiamo detto, ma ora, mentre l’essere felino le è addosso con la bava alla bocca, le unghie che le lacerano vestiti e carni e le zanne dirette alla sua gola, Greer Grant Nelson pensa solo alla sua sopravvivenza.

            Se avesse tempo si chiederebbe perché la simil Tigra abbia attaccato proprio lei  tra tutti: è stato un oscuro istinto che le ha fatto riconoscere una sua simile oppure dipende dagli ordini di Donalbain trasmessi dal cosiddetto inibitore neurale? Domande per un altro momento anche queste.

            Per qualche oscuro motivo, le sue varie trasformazioni da essere umano a Tigra  e da Tigra ad essere umano sembrano aver annullato gli effetti del trattamento a cui Joanne Tumolo la sottopose quasi in un’altra vita ormai, ma chiamatela adrenalina, chiamatela volontà di vivere, fatto sta che Greer riesce a respingere la sua avversaria verso la parete opposta.

-Mi dispiace sorella, ma non sono ancora disposta a morire.-

            Le risponde solo un ringhio. Greer si chiede se potrà sopravvivere ad un secondo assalto, ma è decisa a provarci, quando la decisione le viene strappata di mano e la donna gatta è improvvisamente rinchiusa in una bolla d’energia magnetica.          A questo punto una Polaris sorridente si rivolge a Greer:

-Tutto bene?-

            Greer non risponde subito, si avvicina alla bolla e fissa la creatura all’interno. Gli occhi delle due donne s’incontrano e si specchiano gli uni negli altri, poi Greer si rivolge a Lorna:

-Rimuovi la bolla.-

-Ma lei ti assalirà! È…-

-Non preoccuparti di questo, rimuovi la bolla.-

            Scuotendo il capo Polaris fa quel che Greer le ha chiesto. La bolla viene rimossa e la simil Tigra si ritrova libera. I suoni che emette non sono umani. Si muove verso Greer che tende le sue mani verso di lei … e sorprendentemente per tutti, ma non per Greer Nelson, la creatura si accuccia e lecca le mani di Greer, che la stringe a se.

-Sorprendente.- commenta Starfox –Non sapevo che anche tu avessi una sorta di potere sui centri del piacere.-

-Non ce l’ho.- risponde Greer –Una volta avevo una specie di legame empatico con le creature viventi ed anche altre abilità. Credevo di averle perse, ma forse sbagliavo o forse avevo solo bisogno del giusto stimolo per ritrovarle, per ritrovare me stessa… in tempo per aiutare questa povera ragazza vittima di persone più crudeli di quanto qualsiasi animale potrà mai essere.-

-A proposito… - interviene She-Hulk -… dov’è finito quel Donalbain?

 

            Ci sono proprio persone che non possono sopportare una sconfitta, persone che quando vedono crollare i loro sogni perdono la testa. Kenneth Donalbain è una di queste persone. Visto che tutto è perduto, con il suo esercito di supersoldatesse sconfitto, sceglie la via della fuga, ma ha, come dice il proverbio, fatto i conti senza l’oste, in questo caso il massiccio D-Man.

-Di qua non si passa.- dice il Vendicatore, solitamente taciturno, parandosi sulla strada del finanziere.

            Pochi istanti dopo il resto dei Vendicatori può assistere allo spettacolo di Ken Donalbain portato per la collottola da D-Man, che lo tiene con i piedi sollevati qualche centimetro da terra mentre urla:

-Non potete farmi questo! Vi citerò tutti per danni. E tu, maledetto bestione, mettimi giù!-

-Se è solo questo che vuoi…- replica D-Man -… potevi dirlo prima.-

            E lo lascia andare, facendolo cadere sul pavimento con una sonora botta sul sedere

–Certa gente non è mai contenta.-

            E She-Hulk e gli altri si abbandonano ad una sonora risata liberatrice.

 

 

EPILOGO UNO

 

 

            Il magazzino ora è pieno di poliziotti. Gli uomini dello Sceriffo hanno arrestato Donalbain, Richter e diversi altri con accuse che vanno dal rapimento al tentato omicidio ed altri capi d’accusa. Lo Sceriffo Morris Walters in persona si è disturbato a venire sul posto, niente di strano, se si pensa che è il padre di She-Hulk.

-Sai Jennifer…- le dice -… quando sei tornata a Los Angeles ho capito subito che mi sarebbero piovuti sulla testa un sacco di guai…  e avevo ragione.-

-Che vuoi farci, papà, sono sempre stata una ragazza irrequieta.- risponde la figlia.

-Eh già… beh, spero almeno che stasera verrai a cena da noi, Louise ne sarebbe felice.-

-Se non devo salvare il mondo per le otto, ben volentieri.-

-Scusate…- chiede Greer –Che ne sarà della Dott. Tumolo e delle… ehm… supersoldatesse? Sono sempre sotto controllo mentale se non sbaglio.-

-Ho appena parlato con Tony Stark: ci ha messo a disposizione i servigi del migliore neurochirurgo del paese: la Dott. Erica Sondheim.- risponde She-Hulk -Presto le opererà per rimuovere senza danni gli inibitori neurali.-

-Bene è che ne sarà della… Tigra?-

-Stark mi ha detto che contatterà Reed Richards, Henry McCoy ed anche mio cugino Bruce  per vedere di invertire la mutazione.-

-Bella roba.- commenta Polaris –Tra tutti quanti non sono mai riusciti a trovare una cura per questo genere di mutazioni che durasse più di cinque minuti.-

-Se sarà necessario, contatteremo anche il Dottor Strange…- replica Jennifer -… sempre che riusciamo a trovarlo. Ma, a proposito di mutazioni… Greer vedo che hai ritrovato il tuo amuleto.-

-Si, non è stato difficile…- risponde Greer –Dopotutto siamo legati in modo mistico.-

-Ora lo userai per tornate di nuovo Tigra, immagino.-  

            Greer tace, consapevole degli sguardi dei suoi compagni su di lei. Fissa l’amuleto che risplende nella sua mano ed è come se ascoltasse un richiamo silenzioso. Alla fine risponde:

-Io… non lo so.-

 

 

EPILOGO DUE

 

 

            Il luogo è molto lontano dalla Terra, eppure in un certo senso è molto più vicino di quanto sembra. Se ci serve un nome possiamo chiamarla: la Cittadella del Popolo felino e felini antropomorfi sono, infatti,  i suoi abitanti.  Nella sala del trono un consigliere si avvicina al sovrano:

-Mio signore, la rinnegata che si fa chiamare Joanne Tumolo ha ripreso contatto con la donna che era Tigra e quest’ultima ha di nuovo l’amuleto.-

-Era previsto che accadesse prima o poi.- commenta il Re –Ora dobbiamo solo portare avanti i piani accuratamente preparati, Puoi andare, adesso.

            Sparito il servitore, il Re si avvicina ad uno specchio in cui magicamente appaiono gli eventi accaduti nel Magazzino della Brand. Il sovrano punta gli occhi su Greer che sta osservando l’amuleto nella sua mano.

.-Non sfuggirai al tuo destino, Greer Nelson.- dice fra se -Il potere di Tigra appartiene al popolo felino e tu con esso. È solo questione di tempo.-

 

 

EPILOGO TRE

 

 

            Un bizzarro velivolo la cui forma, specie nella carlinga, ricorda quella di una formica atterra nell’apposita pista del Quartier Generale dei Vendicatori della Costa Ovest nella penisola di Palos Verdes. Ne esce l’ideatore del velivolo: il Dottor Henry Pym, lo scienziato avventuriero dalle molte identità mascherate, che oggi è insolitamente in borghese. Con un gesto miniaturizza il velivolo, a cui ha dato il nome di Rover, e lo mette semplicemente in tasca, poi entra nella Casa Padronale della vasta tenuta e raggiunge la sala riunioni, immerso in pensieri che, perlopiù, non sono molto piacevoli. Durante la sua trasferta newyorkese ha vissuto varie esperienze e non tutte gradevoli.[8]  È necessario che le cose cambino, soprattutto per lui.

Entrato in sala riunioni Hank vi trova i suoi compagni d’avventura e viene salutato da She-Hulk:

-Salve Hank, bentornato tra noi. Mi è stato detto che ci avresti portato qualcosa.-

-Infatti.- risponde Hank e getta sul tavolo delle riunioni degli oggetti –Le nuove communicard con il logo dell’ONU. Da oggi siamo ufficialmente la Sezione costa Ovest dei Vendicatori. Complimenti amici, siamo tornati in serie A.-

-Era ora.- commenta Miguel Santos, il Fulmine Vivente.

-Già. Se volete il mio parere, abbiamo fatto i buffoni troppo a lungo.- interviene Polaris.-

-Non potrei essere più d’accordo.- dice Jennifer –Ed ora che tu sei tornato, Hank, faremo faville. A proposito: perché non sei in costume?-

            Henry Pym fa una smorfia prima di rispondere:

-Perché non intendo più essere Giant Man.-

 

 

FINE TERZA PARTE

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Ok, eccoci arrivati al termine della saga che ci  ha portato alla rifondazione del gruppo come vera e propria divisione dei Vendicatori con base nella Costa Occidentale degli Stati Uniti, così com’era stata concepita al suo nascere dai suoi creatori. Spariscono, così, definitivamente, i toni demenziali e la serie cambia completamente registro. Ed è proprio su questi cambiamenti che diamo il via alle usuali note:

1)       Innanzitutto il cambio di registro è sottolineato graficamente dall’abbandono del vecchio logo e dall’adozione di uno identico a quello della testata sorella, i Vendicatori con l’aggiunta della scritta “Costa Ovest” e con l’aggiunta ulteriore di alcuni credits ad imitazione di quelli usati sempre nei Vendicatori. E del resto questo sono i membri di questo gruppo: Vendicatori come quelli che appaiono nella testata omonima, quella senza altre specificazioni. Pensateli come un unico gruppo solo che alcuni di loro vivono in California, altri a New York. Questo vuol dire, in pratica, che per essere membri dei VCO (se usassimo le sigle in inglese il cambiamento sarebbe sottolineato dall’abbandono dell’acronimo WCA in favore di quello AWC) basta trasferirsi in California e viceversa. Stesso gruppo, stesso status, semplice.

2)       Passiamo ora alle note su questa storia. Sulla storia di Greer Nelson e Joanne Tumolo non sprecherò altre parole, tutto quello che riguarda la narrazione è già stato detto nell’episodio. Aggiungerò solo che Cat (tradotta, male, dalla Corno con Donna Gatto) è stata creata nel marzo 1972 nel mensile omonimo da Linda Fite, moglie  del disegnatore storico di Hulk Herb Trimpe, con il contributo di Roy Thomas (all’epoca Primo assistente dell’Editor in Chief Stan Lee e suo futuro successore di lì a poco) e con lo zampino, quasi certamente, di John Romita Sr. per la creazione grafica. La Fite fu anche l’autrice delle storie dei successivi tre dei quattro numeri di cui si compose questa sfortunata serie, mentre i disegni furono affidati a Marie Severin (con le chine della leggenda vivente dei comics Wally Wood nel primo numero e di Jim Mooney nel secondo) per i primi due episodi; a Paty Greer, poi moglie del disegnatore Dave Cockrum nel terzo (con chine di Bill Everett) ed agli  esordienti o quasi Jim Starlin & Alan Weiss (con chine di Frank McLaughlin) per il quarto ed ultimo numero. Fu una serie anomala nel panorama fumettistico dell’epoca: una serie incentrata su una donna scritta e disegnata da donne ed era animata da uno spirito fortemente femminista con una connotazione spesso negativa dei protagonisti maschili proprio in quanto maschi. Dopo la chiusura della serie, di Cat non si sentì quasi più parlare, almeno finché, nel luglio del 1974, l’autore d’origine portoricana  Tony Isabella, assieme al disegnatore Don Perlin, non la ripescò in una storia pubblicata su Giant Size Creatures (serie trimestrale di formato più grande di quello di un comune comic book che dal #2 venne ribattezzata Giant Size Werewolf By Night) per cambiarla completamente, facendola diventare Tigra. Il che ci porta a parlare di…

3)       La dottoressa Tumolo ci viene presentata in Cat #1 come la classica scienziata dedita al suo lavoro ed anche un po’ distratta. Nello stesso episodio, scoperte le losche mire del cattivo della storia, Mal Donalbain, la Tumolo rimane vittima di un attentato ed è proprio questa la molla che spinge Greer Nelson ad assumere il ruolo di supereroina. Nel secondo numero scopriamo che è ancora viva, ma una macchina del Gufo per estrarre conoscenze dai cervelli altrui la lascia con un cervello svuotato d’ogni nozione e, di fatto, regredita a livello infantile. Rimane in questo stato per il resto della serie. Quando la ritroviamo in Giant Size Creatures ha ripreso il suo intelletto e ci viene rivelato che non è umana, ma appartiene al cosiddetto Popolo Felino, (lo stesso introdotto, solo un mese prima, su Adventures into Fear #22 da Steve Gerber & Rich Buckler nel serial di Morbius, il vampiro vivente). Cosa facesse sulla Terra e perché si fosse “mascherata” da umana non è mai stato realmente chiarito. Dopo una manciata di storie di Tigra pubblicate su Marvel Chillers a partire dal #3 sino al #7 (l’ultimo della serie) nel 1975, della Dott. Tumolo non si è saputo praticamente più niente. Almeno sino ad oggi, quando alcune (ma non tutte) domande hanno trovato almeno una parziale risposta.

4)       Quanto al costume di Cat abbandonato da Greer una volta diventata Tigra, anche i sassi ormai dovrebbero sapere che è stato ritrovato (in Avengers Vol 1° #141 pubblicato in Italia su Thor, Corno, #167) in un magazzino della Brand Corporation (sempre lei. -_^) da Patsy Walker, che lo usò per intraprendere la carriera di supereroina col nome di Hellcat (tradotto dalla Corno con l’orribile: Nuova Donna Gatto, Yeuch. -_^).

5)       Kenneth Donalbain e la Dalriada Inc. sono mie creazioni esclusive. Il nome Dalriada l’ho scelto perché era il nome di un antico regno Scozzese, fondato dal popolo degli Scoti, che poi daranno il nome a tutta la Scozia. Sia Kenneth, che Malcolm, che Donalbain (scritto, però, Donald Bane) sono nomi di Re degli Scoti. Un caso? Per quanto posso dire io: per ciò che riguarda Kenneth, ovviamente no di certo, ma non credo nemmeno che la scelta di Linda Fite (o di Roy Thomas, più probabilmente) del nome Mal (come Malcolm) Donalbain sia stato un caso. Sarebbe davvero strana come coincidenza.

6)       Tutta la trama, occorre dirlo per dare credito a chi il credito lo merita, viene da un‘idea di Fabio Volino. Si tratta dir una trama iniziata nel serial di Bill Foster (all’epoca non ancora tornato ad essere Golia Nero) sui Vendicatori un bel po’ di tempo fa. A me sono toccati l’onore e l’onere di finirla. Confesso di aver apportato alcune modifiche alla trama originale e non solo per l’inserimento dei VCO. Spero che l’autore (nonché ottimo supervisore. -_^) non me ne voglia.

7)       Rimangono in sospeso alcune domande: cosa è accaduto alla Dott. Tumolo e perché era in un ospedale di Detroit in preda ad amnesia? Quali sono i piani del sovrano del Popolo Felino? Tornerà mai normale la Pseudo Tigra (o Simil Tigra che dir si voglia)? Troverò mai un nome migliore per quest’ultima? La risposta a quasi tutti questi quesiti nei prossimi episodi.

8)       Per ciò che riguarda i misteri che riguardano Aracne, alias Julia Carpenter, beh… mi spiace, ma la risposta è sempre la stessa dovete pazientare un pò, ma non troppo.

9)       A livello di continuity, questa storia si situa quasi contemporaneamente e subito dopo Vendicatori #60

Nel prossimo episodio: cambiamenti in vista per Henry Pym, Greer Nelson prende una decisione, Aracne si unisce al gruppo e She-Hulk riceve un’offerta che può rifiutare benissimo. Tutto questo ed anche il ritorno di uno, anzi due tra i  più temibili nemici dei Vendicatori… Oh giù: dimenticavo l’Uomo Lava. -_^

 

 

Carlo

 



[1] Un riassunto, necessariamente sintetico di eventi narrati in The Cat #1 (Uomo Ragno, Corno, #122) del 1972.

[2] Popolo Felino, il Popolo dei Lupi, gli Inumani, gli Eterni, I Devianti, gli Uomini Teschio, I Gortokiani, gli Uomini Lava e molti altri che dimentico. Questo pianeta ha più razze segrete che continenti per ospitarle tutte. -_^

[3] In Giant Size Creatures #1, purtroppo inedito in Italia.

[4] Fidatevi di quello che vi diciamo: ci vorrebbe troppo tempo per elencare tutte le apparizioni di Tigra. -_^

[5] In Vendicatori #53/60, miscredenti.

[6] Visto in Vendicatori #56, non diteci che non l’avete ancora letto.

[7] Spider Man: The mutant agenda #1/3 (Marvel Miniserie #15)

[8] Negli ultimi 15 episodi dei Vendicatori, più o meno. Se non lo sapevate, vuol dire che non li avete letti. Vergogna.! -_^